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mercoledì 2 maggio 2012


The Nation, settimanale della sinistra radicale made in USA, ha pubblicato un interessante reportage a due anni dal distastro ambientale avvenuto sulla piattaforma petrolifera DeepWater Horizon appartenente alla British Petroleum. Il 20 aprile 2010 in seguito a un incidente relativo al Pozzo Macondo, ubicato a oltre 1.500 metri di profondità, per ottantasei giorni furono riversati nelle acque del Golfo del Messico tra i 3 e i 5 milioni di barili di petrolio, ovvero tra i 506 e gli 868 milioni di litri. Queste le stime della Bp stessa. 

È la catastrofe ambientale più grave della storia americana. Dopo due anni la compagnia petrolifera ha raggiunto un accordo in base alla quale risarcirà i 90mila lavoratori che hanno partecipato alle operazioni di bonifica dell'area e i 110mila residenti della zona. La Bp sosterrà un programma medico e un monitoraggio sanitario per ventuno anni, oltre che versare 7,8 miliardi di dollari di risarcimento. 

Dalle cure mediche dovute alla sciagura e presenti nella lista delle spese risarcibili, non figurano i problemi di natura psicologica e una serie di patologie come il cancro e i disturbi legati allo sviluppo. 194mila persone e attività che hanno accettato i primi infimi risarcimenti del 2010 resteranno escluse da questo accordo. 

Inutile dire che porre rimedio ad una simile calamità rimane in sostanza impossibile. L'ecosistema presente nel golfo è stato seriamente intaccato. Risulta pertanto arduo calcolare la vera portata del disastro, le sue conseguenze sul futuro ecosociale dell'area e l'esatto numero di persone danneggiate. Jonatan Metzger, professore di pianificazione urbanistica e ambientale al Reale istituto di tecnologia di Stoccolma, sostiene su Internazionale che:

La nuova ecologia politica nasce quindi dall'invito ad una maggiore umiltà nei confronti del mondo e delle forme di vita che lo popolano in senso sia letterale che figurato. Invece di contrapporre il genere umano alla natura e al resto del mondo, questa visione percepisce coerentemente gli umani come commutatori di una rete dinamica di relazioni che può essere più o meno aperta, inclusiva e stabile nel tempo, ma senza una nozione predefinita di come queste relazioni possano svilupparsi o mutare.

Metzger critica la visione illuministica europea che colloca l'uomo al centro del mondo: ovvero l'essere umano inteso come unico soggetto degno di considerazione mentre le altre forme di vita sono relegate ad esistere come oggetto di conquista o capitale biologico da gestire. Ecco quindi la necessità di ripensare la funzione umana sulla terra come frammento di un ecosistema unico che comprende tutte le forme di vita. La Costituzione dell'Equador approvata nel 2008 prevede che un singolo cittadino può rappresentare la natura in tribunale se quest'ultima è vittima di un danno, in quanto la natura stessa è portatrice del "diritto all'esistenza". 

Da questi concetti normativi già presenti nei sistemi giuridici, si possono quindi dedurre nuove politiche ecologiche a favore di una visione che integri l’uomo negli equilibri biologici del pianeta. Senza più illuministicamente isolarlo e per evitare il ripetersi di tragedie come quello della piattaforma petrolifera DeepWater Horizon. 

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